Il Madagascar, la “virgola dell’Africa” che conta circa 23 milioni di abitanti, è uno dei paesi più poveri del mondo. Il 72% degli abitanti vive sotto la soglia di povertà (meno di un euro al giorno). Negli ultimi 6 anni il tasso di povertà è passato dal 68,7% al 76,7%, registrando una crescita consistente di ben 8 punti percentuali.

La fame colpisce il 42% dei bambini sotto i 5 anni. Solo il 41% della popolazione ha accesso a fonti di acqua potabile, il 19% gode del lusso dell’energia elettrica e solo l’11% ha accesso a impianti igienici adeguati. I pochi che hanno i mezzi economici possono accedere alle strutture sanitarie e solo il 51% dei bambini usufruisce delle vaccinazioni di base finanziate dal governo.

La mortalità infantile al di sotto dei 5 anni è al 123 per mille, dato che pone il Madagascar al 35esimo posto nella scala mondiale su circa 200 paesi.

Tra le cause della mortalità infantile c’è la generale carenza sanitaria che trasforma in mortali anche banali infezioni, curabili in altri contesti. In Madagascar si muore ancora per infezioni respiratorie, per diarrea, per febbre tifoide, per parassitosi, per tubercolosi, per malnutrizione.
Il paese, che proviene da una situazione di grave arretratezza, ha visto negli ultimi anni il susseguirsi di eventi di diversa natura, che hanno determinato un ulteriore impoverimento della popolazione. La situazione si è aggravata a partire dal 2009, anno in cui si è aperta una grave crisi politica che ha causato un peggioramento delle condizioni di vita. Un'involuzione che a tutt'oggi non ha freno: la fragilità delle istituzioni indebolisce sempre più l’economia di un paese già allo stremo.

La povertà è in costante aumento sia nelle zone rurali che nelle città. I bambini sono tra i primi a subire le conseguenze di questa situazione.