Missione di Ilaria (MA.D.E.) in Madagascar

Ho visto bambini mendicare per intere giornate in tunnel con l'aria irrespirabile. Ho visto bambini lavarsi i vestiti nei rivoli dei marciapiedi dopo l'ultimo ciclone. Ho visto bambini piccoli occuparsi di fratelli ancora più piccoli: mi domando se questo è essere un bambino.

In Madagascar succede ancora tutto questo. Basta guardare.

Ma guardando si vede anche altro. Si vedono migliaia di sguardi dietro i quali si cela una speranza, un desiderio che per la maggior parte finirà per spegnersi giorno dopo giorno, perché già a cinque anni la vita di questi bambini è fatta di lavoro, di privazioni, di durezze per noi inaccettabili. Potenziali inespressi che resteranno tali se non c'è nessuno capace di scorgerli, al di là del contesto disperato. Sono questi i bambini che vengono accolti al Centre Mère Enfant, a cui viene dato un pasto nutriente, cure mediche, la scuola e aiuto per lo studio, ma soprattutto viene offerta una guida per iniziare un percorso di vita diverso, per riscattare la propria dignità di bambino, di essere umano.

Sono tornata in Madagascar dopo alcuni anni ed il peggioramento è evidente. Se nessuno pare occuparsi di tutto questo, la nostra responsabilità di donne e uomini che credono nei diritti dell'infanzia, cresce. Non basta commuoversi leggendo un post o condividere una foto con il volto affranto di un bambino.

Ciò che serve è far sì che progetti come quello di MA.D.E. possano andare avanti, migliorando sempre, per non far morire quelle speranze, per non far svanire quei desideri. Vogliamo dare una nuova "casa" ai bambini di Antohomadinika, gli attuali locali del Centre Mère Enfant sono ormai vecchi e inadeguati alle molteplici attività che vi si svolgono. Parto dal Madagascar con la certezza che siamo sulla strada giusta, ma nello stesso tempo che a percorrerla dobbiamo essere in tanti. Confido in ognuno di voi!

(Testimonianza di Ilaria, rappresentante di MA.D.E. in visita ai progetti in Madagascar, marzo 2017)