L’adozione che annulla la distanza

Affidata a Facebook, questa testimonianza arriva fino a noi dal cuore del Madagascar. E il cuore, il nostro, lo ha toccato davvero.

Condividiamo il messaggio di Antonino Iovino, che ad Antananarivo ha incontrato il bambino che sostiene a distanza, e la sua mamma, nel Centro Mère Enfant di Maisons Des Enfants ONLUS:

"Oggi ho avuto il piacere e l'onore di trovarmi in mezzo a questi bambini del Centro Mère Enfant. Due di loro sono adottati a distanza da me e mia cognata Antonella Riggio, che io ringrazio per aver creduto in me.

L'emozione che ho avuto è stata unica, e il sapere con certezza che questi bambini possano studiare grazie al nostro contributo, ha fatto sentire umana la mia esistenza. Ad un certo punto i bambini mi hanno ringraziato, ed invece io mi sono sentito in dovere di ringraziare loro per avermi dato la possibilità di aiutarli e a capire cosa vuol dire essere umani.

Mi sento orgoglioso di questo bambino con la mamma affianco, e della bambina che sta al mio fianco, per chi non crede alle adozioni a distanza...  io vi dico come la penso! Io non voglio ringraziamenti da parte di nessuno, ma vi posso assicurare che le adozioni a distanza fatte con associazioni serie, funzionano! Ed io ne ho avuto le prove! Ho visto con i miei occhi e toccato con le mie mani, io mi sento di essere una testimonianza veritiera di tutto questo.
 I bambini che vedete nelle foto sono i bambini che sono stati adottati a distanza da me e mia cognata Antonella.

La mamma del bambino che ho adottato a distanza, riceve da parte mia del riso, dei fagioli e dello zucchero, per così poco era talmente emozionata che non ha saputo parlare! Per me era poco quello che gli ho dato, per lei è stata una delle giornate più belle della sua vita!
 Mi auguro che ancora ci sia altra gente che vuol credere in me!
 

Grazie Madagascar per quello che mi hai insegnato, per quello che mi hai dato e per quello che ancora continui a darmi! Grazie grazie e sempre grazie!

Antonino Iovino”

A noi non resta che aggiungere: Grazie, Antonino.